Askesis, l’Ascesi. Siamo stati abituati a pensare a questo termine come qualcosa di prettamente spirituale, come una via fatta per disprezzare il corpo, per tuffarsi nello Spirito rinnegando la carne.
E siamo stati abituati molto male.
Askesis deriva dal greco antico ed è una parola che originariamente significava esercizio fisico. Di fatto era utilizzata per indicare l’allenamento di un atleta per il superamento di una prova o di una gara.
Non possiamo più permetterci questa dicotomia tra mente e corpo.
Non possiamo più permetterci di vivere letteralmente separati da noi stessi, vivacchiando a livello mentale e sopravvivendo a livello fisico, senza la possibilità ed il piacere di sperimentare le potenzialità del nostro corpo.
Dove sta scritto che lo stato attuale del nostro corpo ci viene garantito vita natural durante? Usiamo la premeditatio malorum: e se succedesse qualcosa, un accidente qualsiasi, che ci impedisca di usare per sempre un arto o parti intere del corpo diciamo già a partire da domani mattina, come reagiremmo?
L’URGENZA DI VIVERSI PIENAMENTE
Pensiamo a chi, per nascita o destino, non può usare il corpo come vorrebbe.
Subito dopo pensiamo a noi e chiediamoci se stiamo godendo pienamente della Fortuna insita in un regalo grandioso come un corpo funzionale e una mente sana.
Riappropriamoci di noi, facciamo qualsiasi cosa ci faccia sentire vivi a livello fisico e viviamolo come priorità e non come obbligo.
SUL VIVERE CORRETTAMENTE IL MOVIMENTO
Perchè il Movimento è vissuto come una punizione divina? Perchè non c’è proporzionalità tra vita sedentaria ed esercizio fisico, non c’è pazienza e non c’è costanza.
Dobbiamo tornare ad ascoltarci di più in questo senso. Se stiamo seduti nove ore al giorno davanti ad un PC e abbiamo paura di entrare in una palestra per via di un esercizio fisico troppo intenso ed improvviso abbiamo ragione! I pazzi son quelli che ci obbligano a movimenti e ritmi estremi perché vale l’approccio del “no pain no gain” e che poi sono anche gli stessi che dicono che se uno si fa male durante l’allenamento è normale. Non è normale per niente invece. E non c’è da essere né soddisfatti né contenti se, durante l’allenamento, ci si infortuna. Significa semplicemente che ci si è allenati male e che si è anche abbastanza discutibili nel mostrare quanto siamo stati incapaci.
Come al solito noi confondiamo il lavoro duro con il lavoro intenso. Il lavoro duro sta nella costanza, nel prendere la decisione ogni giorno di fare del movimento.
Il lavoro duro sta nell’onorare questo impegno indipendentemente da tutto e di farlo con costanza. Il lavoro intenso invece mira ad una gratificazione istantanea che il più delle volte non porta a nulla.
Troviamo un’attività motoria che ci piace fare e iniziamo a praticarla.
Fissiamo degli obiettivi che ci motivino e diamoci il tempo per arrivarci, sempre consapevoli di noi stessi.
Se stiamo praticando correttamente, alla fine di ogni allenamento ci dobbiamo sentire più forti di come abbiamo iniziato (non vicini ad un infarto).
Non appena finiamo dobbiamo sentire l’esigenza di allenarci di nuovo il più presto possibile. Questo garantisce costanza, disciplina e soprattutto piacere.
Smettiamola di vivere queste attività come punizioni divine perché non è scritto da nessuna parte che una via ascetica debba essere noiosa, pesante e difficile.
Facciamoci furbi, molte convinzioni che abbiamo sono limiti autoimposti del tutto inefficienti.
Torniamo ad un Ascetismo basato su di una mente che vive in un corpo che ama e che non disprezza, torniamo a vivere pienamente perché questo trascinarsi a metà è molto triste.
MACTE ANIMO