ARETE’

ARETE’

Aretè: la capacità di eccellere.

Per i Greci l’ Aretè era la capacità di assolvere bene il proprio compito. L’ Aretè può essere intesa come la Bravura.

Senofonte, nei sui Memorabilia, ci racconta che, prima di essere Eroe, Eracle incontra da semplice mortale due dee sul suo cammino, davanti ad un bivio: una era Kakìa, bellissima, adornata di gioielli e vestiti sontuosi. L’altra è Aretè, altrettanto bella ma vestita con semplicità, senza gioielli e con il volto segnato dalla fatica.

Le due dee lo obbligano ad una scelta: Kakìa gli offre un percorso di vita facile e piacevole, una scorciatoia fatta di mancanza totale di ostacoli. Aretè gli rivela che la strada che lei presiede è dura e richiede sacrificio, rinunce e disciplina. Ma gli dice anche che:

Gli Dei non concendo nulla di buono se esso non è stato ottenuto con fatica e determinazione

Eracle sceglie la strada di Aretè e il resto è Leggenda.

Da Eracle nasce la Virtus. Ma che cos’è la Virtus?

Virtus è l’Aretè del Vir, la bravura dell’Eroe.

Noi siamo Stoici, o quanto meno, ci impegniamo per poterci definire tali attraverso il nostro progredire, il nostro avanzare nel fuoco. Ed è la Virtus, l’Aretè del Vir ad essere il nostro fine ultimo.

Come si diventa Eroi?

L’IMPORTANZA DELLA DISCIPLINA

Personalmente credo che abbiamo in mente un processo molto cinematografico fatto di allenatori straordinari, esperienze pazzesche e lotte epiche. Per quella che è la mia esperienza invece, l’Eroe nasce nell’Ombra e soprattutto non sa di esserlo.

Vi racconto la storia di ognuno di noi: ogni giorno combattiamo ma non lo sa nessuno, ogni giorno ci affrontiamo, ma non lo vede nessuno. E se vinciamo o perdiamo i risultati della lotta si stratificano nel cuore ma il cuore resta invisibile ai più.

Spesso cadiamo.

Ma, anche se in ginocchio, restiamo al nostro posto nonostante noi stessi. Fedeli ai nostri ideali.

E non è essere Eroi questo? Ma possiamo fare di più, come sempre. Al cuore nella lotta possiamo aggiungere la mente.

Torniamo alla domanda “come si diventa eroi?” La risposta è a mio avviso molto semplice e ce la dà Aristotele che dice:

Noi siamo ciò che facciamo ripetutamente. L’Eccellenza non è un atto, ma un’Abitudine

L’abitudine, per Aristotele, è qualcosa di «simile alla natura», perché trasforma in disposizione spontanea quello che in un primo tempo richiede uno sforzo consapevole. Non fa eccezione il nostro esercizio quotidiano ad essere migliori.

Il “trucco” per quanto scontato sia, è costruirsi una routine. Tutto qui. E qual è la routine di un eroe?

  • Esercizio Fisico
  • Esercizio Morale
  • Esercizio Spirituale

Ogni giorno dobbiamo coltivare questi tre pilastri. Con disciplina. “Eh ma come faccio a fare ogni giorno queste attività? Devo sacrificarmi?”

Si.

Sacrificio deriva dal latino: significa “Sacrum Facere”, cioè compiere un atto sacro. In questo dobbiamo pensare a noi stessi come Sacerdoti del nostro migliorare. Ma nella nostra disciplina dobbiamo anche ricordare che perseguiamo non solo la Virtù ma anche la saggezza. Dobbiamo conoscere i nostri limiti ed avere pazienza, scegliere la via della progressione e della pazienza e non la via dello sforzo improvviso. Epitteto dice:

Dobbiamo sottoporci a un duro allenamento invernale e non precipitarci in cose per le quali non siamo preparati

Bisogna quindi sì sottoporci ad un duro allenamento, ma anche arrivare con gradualità a livelli sempre superiori.

Dov’è quindi la difficoltà in questa routine che deve diventare Rito? La difficoltà sta nella decisione di ogni singolo giorno di non procrastinare e di portare a termine i tre pilastri.

Quando la mattina presto suona la sveglia che ci richiama al primo pilastro, l’esercizio fisico, il nostro eroismo sta nella lotta che si insinua nella nostra mente che ci vuole tenere a letto, rimandando lo sforzo. E’ lì che impariamo ad essere Eroi. E’ nella perentorietà dell’ordine che ci diamo per superare la nostra debolezza che sta la nostra Virtus. E se pensate che sia poca cosa sappiate che Marco Aurelio stesso, un Imperatore Romano (!), incitava sè stesso a non indugiare sotto le coperte al mattino e ad alzarsi per compiere il proprio dovere di Uomo, di Imperatore e di Romano.

Impariamo ad ordinare a noi stessi, e ad obbedire: nel silenzio e nella solitudine, troveremo il senso di questo nostro eroismo segreto.

MACTE ANIMO