LA BELLEZZA DEL CORAGGIO

LA BELLEZZA DEL CORAGGIO

Aristotele, nel Libro III del suo “Etica a Nicomaco”, ci dice:

si chiamerà propriamente coraggioso colui che sta senza paura di fronte ad una morte bella

Aristotele

Trovare affiancati il Coraggio, la Morte e la Bellezza è molto particolare ma anche molto ricorrente.

Per capire il senso pieno di questa “unione” concettuale bisogna interrogarsi sul senso di ciascuna parola.

Cos’è il Coraggio? Sempre Aristotele ci dice che il coraggio sta tutto nell’affrontare le cose che si temono per Amore del Bello. Il mirare al Bello infatti è il fine della Virtù.

In che senso dobbiamo interpretare il “Bello”? Il Bello va interpretato come qualcosa che è basato su due elementi: è secondo ragione ed è armonico cioè equilibrato, senza eccessi.

Sempre Aristotele infatti ci dice con più chiarezza che:

colui che affronta, pur temendole, le cose che si deve, e che corrispondentemente ha ardire come e quando si deve, è coraggioso: infatti, il coraggioso patisce e agisce secondo il valore delle circostanze e come prescrive la Ragione.

Ecco il Coraggio: l’Azione coerente con le circostanze guidata dalla Ragione, nonostante la Paura.

Il Coraggio è il più puro atto di volontà perchè guidato dalla Ragione ed al di sopra delle proprie emozioni. Emozioni che non vengono messe a tacere ma di cui si ha piena consapevolezza. Ed è proprio questa Purezza fondata sulla Razionalità che qualifica la Bellezza.

Il Coraggioso agisce con Misura, affrontando la sua Paura e agendo secondo razionalità per compiere il suo Dovere.

GLI ECCESSI CHE NON SONO CORAGGIO

Sappiamo bene che il Coraggio è una Virtù altissima che vorremmo avere sempre in maggiori quantità.

Peccato che, sul coraggio, abbiamo anche le idee molto confuse. E desiderare qualcosa in modo poco chiaro, non fa altro che allontanarci sempre di più dal ricevere quello che vorremmo.

Vi faccio un esempio: la mancanza di Paura è coraggio? la temerarietà è coraggio?

No, non lo sono. Perchè? Perchè mancano di equilibrio e consapevolezza. In una parola mancano della Bellezza.

La mancanza di Paura è dei folli: è totale assenza di consapevolezza e manca l’atto di volontà e ragione.

La temerarietà è degli impostori: sembra Coraggio ma manca della coerenza tra stimolo e risposta. Inoltre finisce subito, è come una sorta di fuoco di paglia che si infiamma in pochi secondi ed in altrettanti secondi si esaurisce. Il temerario è precipitoso, manca di equilibrio e non valuta con misura il rischio: vuole il pericolo quando non c’è e si tira indietro quando poi arriva.

CAPIRE IL CORAGGIO E LASCIARSI ISPIRARE PER ESSERE MIGLIORI

Come al solito, la chiave di lettura di tutto è l’ Equilibrio.

Il Coraggio stà nel mezzo, lì dove c’è un eccesso che non corrisponde a razionalità non ci può essere Coraggio.

Può apparire tale se guardiamo appunto ad un temerario o ad un pazzo ma il problema è di chi guarda che ha gli occhi di un bambino: confonde una maschera con un personaggio vero.

Per trovare il Coraggio dobbiamo trovare la Calma, la Risolutezza, la Ragione davanti al rischio.

Aristotele ci dice:

… i coraggiosi, invece, sono risoluti nei fatti e calmi prima.

Vi lascio un esempio di Coraggio vero. Un esempio relativamente recente che deve essere un seme nella nostra anima da cui far fiorire il Bello.

E’ un dialogo, avvenuto prima di un’operazione molto complessa nel pieno della seconda guerra mondiale, tra un comandante e un suo riporto : il Capo Palombaro di terza classe Emilio Bianchi (decorato poi con medaglia d’oro al Valore Militare):

“Come va, Bianchi ?”
“Bene, Comandante.”
“Hai paura?”
“Si, Comandante.”
“Anch’io. Bene, andiamo.”

Non c’è bisogno di aggiungere o commentare altro.

Dobbiamo solo ricordare, e metterci sempre davanti agli occhi della mente questi esempi come strumenti da usare ogni volta che sentiamo di aver perso la rotta.

MACTE ANIMO