MEMENTO AUDERE SEMPER

MEMENTO AUDERE SEMPER

Chi osa ha il sostegno della Fortuna, l’inerte ostacola se stesso.

Seneca – Lettere a Lucilio, Libro XV

Osare.

Che cosa significa osare?

Osare vuol dire, a mio avviso, semplicemente la capacità di assumersi un rischio.

Come sempre ci sono le due componenti:

  1. la consapevolezza razionale;
  2. il rischio legato ad un risultato incerto.

Personalmente credo che il coraggio sia tutto qui, nel come si decide di affrontare un risultato incerto.

LA FORTUNA AIUTA GLI AUDACI

Seneca del resto non ci rivela niente di nuovo, quante volte ci diciamo o sentiamo dire “la Fortuna aiuta gli audaci”? Taleb ci insegna che spesso le euristiche della saggezza popolare e i luoghi comuni, benchè diffusissimi, sono spesso molto precisi. E questo perchè derivano da un numero di ricorrenze statistiche elevato tale per cui la conclusione a cui giunge il motto o il proverbio, è statisticamente robusta. Peccato poi però che noi li sottovalutiamo sistematicamente sminuendoli appunto come piccolezze.

Analizziamo cosa c’è dietro il proverbio “La Fortuna aiuta gli audaci”. Facciamolo sempre con l’aiuto di Taleb.

Taleb ci insegna che non possiamo cambiare la struttura delle probabilità che un certo evento succede. Ciò che possiamo però cambiare è la nostra esposizione cioè il nostro comportamento a fronte di quelle date probabilità.

Le opzioni sono due: o evitiamo del tutto la distribuzione (e in questo caso siamo gli inerti di Seneca) o ci esponiamo volontariamente alla distribuzione al fine di portare le probabilità a nostro vantaggio dopo aver analizzato razionalmente i rischi (e in questo caso siamo gli audaci che osano).

C’è poi una terza casistica che spesso si confonde con la seconda: è la casistica dei temerari che, pur esponendosi alle probabilità, non usano la testa. La differenza è che, mentre gli audaci i Cigni Neri e gli eventi imprevisti li cavalcano e li sfruttano, i temerari li subiscono in pieno.

Conviene quindi osare? Si, assolutamente e ce lo conferma la statistica.

Occhio sempre però a non fare confusione tra temerarietà e Audacia. L’Audacia presuppone sempre a monte delle qualità ottenute attraverso lo studio, l’impegno, il sacrificio e il miglioramento di sè.

L’audacia, almeno per quanto mi riguarda, è la punta dell’Iceberg di un processo nascosto molto più lungo, noioso, paziente e difficile volto a costruire una struttura robusta in grado di affrontare la Fortuna. La temerarietà invece manca di tutto questo: la punta c’è, ma manca la base su cui farla poggiare.

Per poter osare bisogna prima esserne degni.

Ricordiamoci che è Fortuna ciò con la quale siamo chiamati a misurarci. E Fortuna aiuta solo chi si è guadagnato con l’impegno questo diritto. Degli altri non se ne cura perchè tanto, come dice Seneca, si intralciano da soli o conducendo o una vita piatta e all’insegna della paura oppure una vita turbolenta e all’insegna delle difficoltà.

E non c’è dignità nè in una situazione nè nell’altra.

MACTE ANIMO