IL CONFINE SOTTILE TRA L’EGO E LA SAGGEZZA

IL CONFINE SOTTILE TRA L’EGO E LA SAGGEZZA

Seneca

Molti avrebbero potuto raggiungere la saggezza, se non avessero ritenuto di averla raggiunta.

Seneca

Dove finisce la saggezza? E dove inizia l’Ego travestito da sapienza?

Il confine è incerto, Socrate è il riferimento in questo visto che sembra sia stato lui ad avere pronunciato la famosa frase “So di non sapere“.

Partiamo proprio da Socrate a questo punto per capire cosa Seneca ci vuole insegnare circa il percorso che porta alla Saggezza.

Sembra che quando qualcuno si rivolgeva a Socrate in cerca di Verità, lui stesso portasse il richiedente da altri filosofi, non sentendosi in grado di offrire quanto gli veniva richiesto.

Socrate ricercava la Verità. Non si arrogava mai il diritto di dire di averla trovata.

Come ricercava la verità Socrate? Con l’arte della maieutica, cioè l’arte del porsi e far porre domande all’interlocutore per insegnargli, questo si, a trovare da solo le risposte di cui aveva bisogno.

Qui ci sono diverse considerazioni che vale la pena fare.

La prima considerazione è che il porsi domande e il cercare risposte è la via per comprendere.

Sembra banale ma quand’è l’ultima volta che ci siamo fatti una domanda importante e abbiamo cercato autonomamente una risposta che fosse vera e soprattutto nostra? Di solito il processo è: mi faccio una domanda, cerco un libro o un qualcosa che mi dia una risposta preconfezionata che però puntualmente si rivela essere insufficiente o parziale e così via all’infinito.

Questo approccio risolve il problema? Alcune volte sì, altre no. Di sicuro è un approccio che ci fa rimanere passivi, in cui non riusciamo ad usare la nostra mente per investigare il problema secondo i nostri schemi di pensiero. Troviamo verità partorite da altri e finiamo per vivere una vita guidata da idee “adottate” perchè abbiamo castrato e sterilizzato la nostra capacità di pensare. Di contro i libri e lo studio sono la conditio si ne qua non indispensabile per costruire la possibilità di trovare le risposte ai nostri dubbi e servono per potersi creare delle chiavi di lettura necessarie ed imprescindibili ad essere autonomi nel pensiero.

Ancora una volta, il punto è l’equilibrio: la costante ricerca tra studio e azione, la capacità di interpretare le esperienze senza giudizio per capire qual è la nostra Verità.

La seconda considerazione è che anche il porsi domande è un qualcosa che deve essere fatto nel modo corretto. Dobbiamo trovare allora qualcuno che ci ponga le giuste domande e non che ci dia banali risposte.

E se non troviamo nessuno? Allora vorrà dire che saremo noi stessi i nostri mentori in attesa di trovare qualcuno.

Come possiamo aiutarci in questo? Come al solito e a costo di apparire ripetitivo, attraverso la scrittura e l’analisi dei nostri contenuti scritti (ricordate il Diario di Marco Aurelio?)

Qual è il rischio insito in questo approccio? Il rischio è di pensare e credere di aver individuato delle risposte “definitive” facendoci cessare la nostra ricerca.

In questo il ruolo dell’Ego è significativo e dobbiamo essere in grado di individuarlo e contenerlo.

Perchè è così pericoloso l’Ego in questi contesti? Semplicemente perchè trasformerebbe la realtà in una “opinione” facendoci agire in modo non appropriato.

Per fare un esempio: è come se davanti avessimo un lupo e il nostro Ego ce lo trasformasse in un agnello.

Cosa pensate potrebbe accadere? In questo caso il problema sarebbe esclusivamente nostro, non certo del lupo.

Il vero punto è che questa strada, la strada della Filosofia e della Saggezza, non ha una fine.

E a noi non piacciono le cose che non si concludono mai per definizione nè tantomeno in generale siamo abbastanza Forti da mettere in discussione con serenità le nostre credenze.

Le nostre credenze definiscono la nostra identità e metterle in discussione farebbe venir meno noi stessi facendoci sentire fragili.

Quanti danni fa la debolezza eh? L’Ego stesso è la corazza di carta dietro cui si nasconde la nostra individualità.

Invece di pensare a rendere forte il contenuto, cerchiamo di irrobustire il guscio …

Preferiamo allora ingannare noi stessi piuttosto che continuare a cercare.

E invece questa è una strada per cui non è sufficiente una vita intera per percorrerla. E’ una strada che gira su sè stessa ma, al contrario di tante altre sale anche verso l’alto.

La Saggezza, per come la vedo io, è una scala a pioli infinita. Ogni gradino si avvolge intorno ad una spirale che porta al Cielo.

MACTE ANIMO

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